Per la serie sport avventurosi: avete mai pensato che a qualcuno venisse in mente di calarsi nelle strette gole profondamente scavate dai corsi d’acqua nel corso degli anni, le cosiddette forre?
Ebbene, per quanto insolito e pericoloso possa sembrare, si può fare ed è anche un vero e proprio sport. Si chiama canyoning o, più all’italiana, torrentismo, e consiste, appunto, nel calarsi in queste gole dove scorrono corsi d’acqua che arrivano ad una portata di 200 litri al secondo: insomma, dei torrenti impetuosi più che dei fiumi. Una volta scesi, l’unico modo per uscire è procedere a piedi fino all’uscita da questo piccolo canyon, solitamente caratterizzato da forte pendenza. Gli ostacoli maggiori che si incontrano sono quindi le cascate, che si possano affrontare con tuffi, scivolate o scalate in discesa. La durata dei percorsi va dalle 2 alle 8 ore. Non pensate di andarci da soli: bisogna essere almeno in quattro.
Ma da dove salta fuori questa disciplina? Starete pensando che, visto il nome, sia di origine americana; ebbene, cari lettori, vi sbagliate: è di origine europea. Le prime escursioni furono realizzate per effettuare studi scientifici sul territorio francese tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. L’autore di queste esplorazioni fu lo speleologo francese Eduard Alfred Martel, che il 28 Giugno 1888 realizzò la prima esplorazione speleologica contemporanea scendendo nelle grotte dell’Abime de Bramabiau (“l’abisso del toro che muggisce”) e nell’Agosto del 1905 realizzò la prima esplorazione scientifica di un canyon, inoltrandosi nelle Gole del Verdon.
In Italia il canyon inizia ad essere praticato con maggior frequenza a partire dalla metà degli anni ’80, ma rimane comunque circoscritto a gruppi di speleologi del Club Alpino Italiano e di altre associazioni fortemente legate all’ambiente montano. Nei primi anni ’90 la pratica di questo sport si allarga anche a persone che fino ad allora si erano dedicate principalmente all’alpinismo e ad altri sport montanari, mentre risale al 1998 la nascita dell’Associazione Italiana Canyoning, che si occupa solo di questa particolare attività.
Che dite: è o non è una disciplina interessante?
Foto di Cyril Bèle, alcuni diritti riservati.
Marco