Cinque voci sulle tracce di Eagleman

L’INFINITA ESISTENZA DELL’ANIMA

di Sofia Moretti

Se affermassimo che il nostro corpo ha una consistenza nessuno potrebbe obiettare e allo stesso tempo tutti sappiamo che è temporaneo, poichè dopo la morte si decomporrà e non ne rimarrà traccia. Ma potremmo dire lo stesso dei nostri pensieri, delle idee e più in generale di tutte le nostre competenze e della nostra anima? Siamo tutti d’accordo sul fatto che esse non siano entità tangibili, ma non per questo possiamo pensare che si dissolvano nel nulla dopo la morte. Ebbene, potremmo chiamare convenzionalmente queste entità astratte anima. Essa, rimasta priva di un corpo, anziché scomparire ne cerca un altro. Mentre esaliamo l’ultimo respiro, l’anima si separa dal corpo e giunge in una sorta di punto di raccolta: qui si trovano tutte le anime dei morti in attesa di prendere possesso del corpo a loro più congeniale. Ciascuna di esse ha caratteristiche peculiari che caratterizzeranno l’individuo, ma è importante specificare un elemento determinante: iniziando ad “abitare” un nuovo corpo e fondendosi con esso, l’anima perde tutti i ricordi dell’individuo precedente mantenendo però le sue caratteristiche.

Ad esempio, alcune anime scelgono sempre corpi fisicamente molto simili: sono le persone che riescono ad avere un aspetto sempre impeccabile (la loro anima infatti sa già come “agghindare” la persona in modo da valorizzare sempre il suo aspetto) oppure coloro che riescono a raggiungere buoni risultati in una certa disciplina; in questo caso nelle vite precedenti l’anima ha acquisito la tecnica che ora trasmette al nuovo corpo (questo è anche il caso in cui qualcosa ci risulta inspiegabilmente molto semplice). Ci sono però anche anime che scelgono ogni volta un diverso tipo di corpo: queste saranno poi le persone che dovranno affrontare maggiori difficoltà per affermarsi e trovare il loro posto nel mondo ma saranno anche le più determinate.

In realtà le anime non mantengono solo le competenze acquisite nella vita precedente; probabilmente ognuno di noi si è chiesto almeno una volta nella vita come sia possibile che il corpo riesca a svolgere le funzioni vitali partendo da zero, senza che nessuno debba insegnare ad un bambino come respirare oppure come far battere il proprio cuore. Ciò avviene grazie all’anima, che mantiene la conoscenza di questi processi anche dopo aver cambiato corpo e appunto “rende vivo” quello nuovo.

IMMAGINI DELL’ AL DI LÀ

di Gaia Parisi

Prima di arrivare nell’al di là entri in una stanza, ampia e luminosa dove ti siedi su una comoda poltrona e hai davanti a te un pannello. Su quel pannello quando ti senti pronto premi un tasto e cominci a vedere tutta la tua vita da esterno; ma non vedi solo quello che hai fatto tu, vedi anche quello che tutte le tue azioni hanno portato come conseguenza alle altre persone. Vedi le lacrime, i sorrisi, i pensieri e le preoccupazioni che hai provocato, ti rivedi dalla nascita, dal primo momento su questa terra ma la cosa più bella è che tu stavolta sei presente ma invisibile agli altri, vedi tutto ciò che loro hanno pensato e le emozioni che hai suscitato(nel bene e nel male). È facile che ti venga voglia di dire al tu sedicenne di non rispondere così, o se magari sei morto per un incidente d’auto dire al tu quarantenne di non guidare per quel giorno…ma la regola sacra è che il passato è immutabile. Rimani in quella stanza a rimuginare, rivedrai e rivedrai tutto quello che hai passato e arriverà  la prova più difficile, quest’ultima è riuscire a capire che nonostante ti accorga che ti saresti potuto comportare diversamente evitando quello che ora sai che era l’azione sbagliata, nonostante ciò capire anche che forse proprio quel fatto ha comportato risvolti più che positivi nella tua vita. Un lavoro perso che però poi ti ha portato a trovarne uno nuovo e a conoscere la persona della tua vita, un litigio con una persona che poi ha rafforzato ancor più il vostro legame…   E molto altro. Quello che a 15 anni ti sembrava insormontabile diventa una sciocchezza a 35 e lo stesso equivale per ogni età e ora tu che non sei più sulla terra hai l’opportunità di rivivere tutto ciò e dirti:  “guarda che sciocco ero a essere così preoccupato per questa cosa”. Quando ti senti pronto varchi una seconda porta per il vero e proprio al di là, dove rivedi tutte le persone che hai perso. Con una consapevolezza in più…sapere tutto ciò che pensavano di te, ormai non puoi cambiare più nulla ma sarà un immensa gioia conoscere quanto gli altri tenevano a te. Devi però per varcare quella soglia avere una certa soddisfazione della vita che hai condotto altrimenti la porta ti ributta indietro finché non capisci il vero valore di tutto quello che hai passato.

LA VITA NON E’ FINITA!

di Alice Pinelli

La vita dopo la morte non è affatto finita anzi è appena iniziata! Infatti appena morta una persona rivive i momenti più significativi della propria esistenza: dall’infanzia all’età adulta fino alla vecchiaia. Si inizia con le emozioni minori, che però sono state importanti, fino ad arrivare a sensazioni fortissime tanto che la gioia e il dolore non sono più distinti. Tornati alla mente tutti i ricordi, si passa ad una lista dei peccati commessi, più o meno gravi che siano. Dopo ciò alle anime è concesso rimanere sulla terra per trenta giorni, quindici dei quali si passano con le persone a cui si è voluto bene mentre nei restanti si viaggia, a velocità  elevatissima, per vedere tutti i luoghi del mondo e conoscere a pieno l’intero pianeta nel quale si è vissuti. Dopo essere rimasti per circa un mese sulla terra un messaggero riunisce le anime che erano morte nello stesso giorno e le conduce verso il cielo. Scortati dalla guida si arriva in un prato  dall’erba verde brillante che risalta nella foschia della nebbia. La luce emessa dalle candele presenti è fioca ma basta per intravedere una foto posta sul petto degli individui. L’immagine raffigura la persona più cara ad ogni anima, che al contario di quest’ultima è ancora sulla terra. Tutti possono parlare tra loro, la lingua è la stessa per ognuno, ci sono tante cose da raccontarsi mentre si aspetta la persona che si ha sul petto. Alle volte ci vogliono anni, intanto le anime possono scendere dei gradini che le conducono in tutti i secoli passati prima della loro morte. C’è chi si diverte a fare lunghi giri fino ad arrivare nell’antica Grecia o nell’eterna Roma e chi, invece preferisce tempi più “moderni” come il medioevo. Quando la persona aspettata arriva il tempo per abbracci e parole commuoventi è poco, infatti l’anima deve recarsi subito in un luogo dove verrà giudicata. Solo i peccati più gravi sono puniti, il resto delle anime può avviarsi verso una sorta di paradiso. Una volta all’anno si può tornare sulla terra ma anche più di una se la nostalgia è forte. Nel paradiso c’è sempre il sole e di notte le stelle si vedono più grandi, il clima è mite e l’uomo vive nella natura senza obblighi o doveri. Tutte le anime si riuniscono formando una grande e eterna famiglia.

BIANCO E ROSSO

di Sofia Plizzari

Nella vita di là tutte le anime vivono insieme in una struttura celestiale dove c’è un pavimento celestiale e muri fatti di cielo ai lati. Le anime vanno nell’aldilà con l’età che avevano alla loro morte ma senza graffi né lividi, puri e bellissimi e non si ricordano il motivo della loro morte. Coloro che si sono comportati bene sono tutti vestiti di bianco, chi con un vestito, chi in giacca e cravatta, chi con pantaloni e maglietta: tutte le tipologie di vestiti ma rigorosamente candidi e immacolati. Ci sono varie stanze in questa struttura celestiale dove i morti possono fare ciò che facevano nella vita terrena o ciò che desiderano fare. Vi è infatti la stanza del ballo, del canto, di musica, quella in cui giocare a tennis, a calcio, a basket, a pallavolo, c’è lo studio di ingegneria, di medicina, di informatica, di disegno, di arte e qualsiasi altra stanza. In questo modo le persone possono fare ciò che facevano in vita o ciò che in vita desideravano fare. Vi è inoltre una mensa comune in cui tutti mangiano assieme ciò che vogliono e poi una stanza in cui i morti possono vedere dall’alto la vita delle persone che amano, ognuno vede solo i propri parenti e amici o qualsiasi altra persona che voglia vedere. Coloro che invece hanno agito in modo malvagio durante la loro vita sono vestiti di rosso e chiusi a chiave in una stanza completamente vuota, da cui non possono uscire, costretti a pensare continuamente al male che hanno commesso e a piangere, dannati per sempre. C’è poi una stanza in cui le persone hanno la possibilità di andare in vacanza in quanto vi è una macchina per il teletrasporto con la quale i morti possono andare dove desiderano come fantasmi. Infine, naturalmente, vi è una stanza in cui le persone dormono tutte insieme in letti caldi e comodi, singoli o matrimoniali per coloro che in vita erano coniugi o fidanzati o che semplicemente si amavano. I morti possono parlare, abbracciarsi, baciarsi e fare tutto ciò che facevano in vita tranne, ovviamente, commettere peccati. Inoltre i morti hanno con sé gli animali che avevano in vita e che sono morti precedentemente a loro. Dio osserva ciò che fanno e talvolta viene a salutarli.

LE TRE SCELTE

di Rebecca Poli

Dopo la nostra morte, il nostro spirito verrà accolto in un luogo ampio e luminoso, nel quale dovrà attendere di essere giudicato. Giunto il suo momento, verranno esaminate accuratamente le azioni compiute in vita e poste come oggetti fisici su una bilancia a due bracci: se essa penderà verso i peccati sarà necessario valutare se essi siano gravi o meno, e dunque verranno presi provvedimenti adeguati; in caso contrario lo spirito verrà posto dinnanzi a tre diverse possibilità. La prima di esse è quella di poter tornare in vita in un altro corpo, dimenticando tuttavia la vita precedente, ritornando dunque un essere mortale; la seconda è quella di condurre una vita sulla terra durante la quale non interagirà con nessuno dei viventi, soltanto con gli altri spiriti che hanno preso questa decisione, potrà dunque vedere come si svolgerà la vita in seguito alla sua morte. L’ultima di queste possibilità è quella di una vita in un altro mondo, simile al nostro, nel quale vi sono anime di ogni tempo e periodo storico insieme, ed ognuno potrà condurre un’esistenza eterna come vorrà, priva tuttavia di peccati. Per quanto riguarda l’aspetto che l’anima avrà, anch’esso verrà scelto dal singolo individuo; nel caso l’anima non lo faccia, ognuno potrà vedere l’altro con le sembianze che preferisce o che rammenta. Non esisteranno barriere linguistiche, poiché tutti parleranno un solo ed unico idioma, comune ad ogni spirito. Sarà impossibile commettere peccato, poiché non vi saranno motivi che possano causarlo. Ognuno potrà avere ciò che vorrà, in modo da evitare invidia e rancore. Non esisteranno leggi, né governanti, poiché non necessari: la serenità sarà tale da impedire qualsiasi aspetto negativo esistente nella vita terrena.
Coloro che invece verranno giudicati peccatori, riceveranno una punizione adeguata alle loro azioni, che durerà per lo stesso numero di anni che l’anima ha vissuto. Al termine di questo periodo di tempo, l’anima farà ritorno sulla terra in forma umana, sostenendo dunque una prova che testimoni ciò che ha appreso con la sua punizione. Non dovrà infatti più commettere il peccato della vita precedente o, una volta morto nuovamente, la sua anima svanirà. Coloro che invece supereranno la prova potranno passare al livello suc-cessivo, trovandosi dunque davanti alle tre scelte. Queste, una volta prese, non saranno più reversibili, per-dureranno infatti per tutta l’eternità.

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Appuntamento al cinema…

Arrival

di Rebecca Poli

Se il tempo non fosse come in realtà lo immaginiamo? E se non si trattasse di una linea retta ma fosse circolare? Come verrebbero influenzate le nostre azioni se conoscessimo il nostro passato ed il nostro futuro?

Queste sono tematiche affrontate nel film di fantascienza “Arrival” diretto da Denis Villeneuve, tematiche che la protagonista Louise Banks, interpretata da Amy Adams, deve sostenere. Le prime scene sono incentrate su alcuni momenti particolarmente si-gnificativi per lei, ovvero la nascita, vita e morte prematura della figlia Hannah a causa di un grave tumore. Louise è comprensibilmente sconvolta dall’accaduto anche dopo diversi anni, quando dodici navi extraterrestri fanno la loro comparsa su tutta la Terra. Data la sua particolare abilità come linguista, Louise viene designata per portare a termine un compito difficile: quello di comunicare con questa specie aliena. Il loro linguaggio pare incomprensibile in quanto si basa sull’utilizzo di frasi palindrome scritte in modo circolare con l’emissione di una sostanza simile all’inchiostro dalle zampe degli “eptapodi” (così definiti per via dei loro sette arti). Il mistero legato a questa nuova forma di comunicazione, la tensione da sempre creata dalla presenza degli alieni sul nostro pianeta, ritenuti naturalmente ostili senza alcun fondamento fungono soltanto da sfondo ad una vicenda ricca di suspense e di emozioni. Un film dal finale imprevedibile, dai risvolti più singolari; un film che por-ta ad importanti riflessioni sulla propria visione della realtà.

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Il mio libro preferito…

UN’AVVENTURA STRAORDINARIA

Si svegliano ammanettati su una panchina in mezzo a Central Park

Sono i protagonisti del nuovo romanzo di Guillame Musso

di Matilde Donarini

Guillame Musso è ritornato sullo scenario letterario con un nuovo libro. Dopo i suoi due romanzi più famosi “L’uomo che credeva di non aver più tempo” e “La ragazza di carta”, il 27 Marzo 2014 è stato pubblicato dalla casa editrice Bompiani “Central Park” che ha già venduto più di un milione e mezzo di copie. Musso è un romanziere francese nato ad Antibes, Francia, il 6 giugno 1974 e sembra aver conquistato i lettori di tutto il mondo con questo libro che ha scalato subito le classifiche delle vendite grazie ai suoi continui colpi di scena e alla sua storia avvincente, intrigante e coinvolgente.

Ma qual è la trama di Central Park?

Alice Shafer, giovane poliziotta francese, una mattina, svegliandosi, si accorge di non trovarsi nel suo comodo letto, ma su una panchina circondata da alti alberi, legata con un paio di manette ad un uomo che sta ancora dormendo. Entrambi non ricordano nulla, a parte il luogo in cui si trovavano la sera prima: lei era ad una festa con le amiche agli Champes Elysees, nel cuore di Parigi, lui, Gabriel, in un jazz club di Dublino. Sono senza telefoni, soldi e documenti, spaventati e spiazzati dalla situazione surreale di cui sono i protagonisti. Non riescono a comprendere come hanno fatto a ritrovarsi in quello che poi scoprono essere Central Park, e il mistero si infittisce nel momento in cui Alice si accorge di avere una macchia di sangue sulla sua camicetta e una pallottola in meno nella canna della sua pistola e Gabriel una sequenza di numeri incisa sul braccio. Inizia così la loro avventura alla ricerca di ciò che è capitato loro e a poco a poco, attraverso frequenti flashback, vengono a galla le disgrazie della vita passata di Alice, che era stata coinvolta in un caso poliziesco che aveva sconvolto tutta la capitale francese, e la vera identità di Gabriel.

È una storia incalzante che fa restare con il fiato sospeso fino alla fine del libro, completamente diversa da qualsiasi aspettativa che il lettore si può creare. I temi principali del racconto sono l’avventura, il coraggio dei due protagonisti e la loro determinazione ma anche il dolore, la sofferenza, la malattia e le delusioni che devono affrontare. Musso ha quindi scritto un romanzo con una trama molto complessa e un finale davvero sorprendente, adesso stiamo tutti aspettando che qualche compagnia cinematografica acquisti i diritti per realizzare un film altrettanto spettacolare.

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Appuntamento al cinema…

Il cigno nero

di Chiara Porchera

Nina è una ballerina di danza classica a cui, dopo anni di fatiche e sacrifici, vieni affidato il ruolo della vita: fare la prima  ballerina nel balletto di Cajkovskij “Il lago dei cigni”. Nina è un grande Cigno Bianco, ma per interpretare anche il Cigno Nero deve far emergere il suo lato oscuro. Sembra troppo perfetta per potere affrontare la discesa negli inferi del proprio doppio.

In questo film non si trovano i soliti balletti e le scene pre-impostate di ogni film che parli di danza.  Nel Cigno Nero i tutù si macchiano di sangue e le scarpette da danza vengo piegate e spezzate fino a diventare della forma perfetta per racchiudere piedi distrutti dallo sforzo di compiere esercizi al limite dell’umano. Un film che mostra che il balletto non è solo grazia e compostezza, ma competizione sfrenata, ansia e timori che distruggono la psiche.

Un’interpretazione magistrale da parte di Natalie Portman, infatti il film le fece vincere l’Oscar. Il suo corpo,  nel film, mostra i sogni della propria mente distrutta: i gratti sulla schiena, la pelle martoriata e la magrezza estrema, troppo anche per una ballerina di danza classica. Impressionante il modo in cui riesce a trasformarsi nel suo doppio, in questo film che racconta la degenerazione morale di una ragazza alla costante ricerca della perfezione, spinta da una madre iperprotettiva e gelosa dei successi della figlia. Nina arriva alla prima completamente a pezzi, convinta che una collega più giovane voglia rubarle la parte, è ormai ai limiti della psicosi. Così durante lo spettacolo, nel mentre di una pausa ha una visione in cui uccide la sua rivale, quando nella realtà ha solo ferito se stessa. Perché alla fine il cigno nero ha vinto e così come nello spettacolo, il cigno bianco è destinato a  morire. Proprio come dice Nina nella scena finale, completamente ricoperta di sangue, lo spettacolo era stato perfetto, lei era stata finalmente perfetta.

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Il mio libro preferito….

Pista Nera

di Alessia Maraffino

Semi sepolto in mezzo a una pista sciistica sopra Champaluc, in Val d’Aosta, viene rinvenuto un cadavere sul quale è passato un cingolato, in uso per spianare la neve, smembrandolo e rendendolo irriconoscibile. È in questo modo che il libro di Antonio Manzini, “Pista nera”, inizia e porta il lettore in medias res, trattenendolo nelle sue grinfie fino alla fine della storia. Una storia che possiamo definire avventurosa, misteriosa, in conclusione sorprendente, che ti sa tenere incollato alle pagine e a tratti, anche psicologica. Il protagonista è l’introverso, impulsivo, intelligente, perspicace e travagliato vicequestore Rocco Schiavone, che non è per niente contento di trovarsi a 3.000 metri in mezzo alle montagne e per di più con un omicidio da risolvere. Nonostante ciò si addentra in questa cittadina, dove tutti sono parenti di tutti, in cui sembrano vivere serenamente, in pace e concordia con gli altri. “Sembrano” vivere felicemente, peccato che la realtà sia un’altra ed è proprio l’omicidio di Leone Miccichè che dimostra l’esatto contrario. Ma era proprio necessario compiere un omicidio?

Racconto particolare, per niente scontato e noioso, reso ancor più interessante e coinvolgente dalla descrizione di Rocco Schiavone che come dicevo prima è anche psicologia, tanto che alla fine del libro ti rendi conto di conoscere meglio il protagonista che l’intera vicenda. Fantastico come un libro non basti per concludere un quadro generale del protagonista, invogliando il lettore a continuare questa serie per conoscerlo meglio. Appunto ciò che farò io e che consiglio anche a voi di fare.

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Appuntamento in tv….

Stranger Things

di Sofia Moretti

Se siete appassionati di serie TV, negli ultimi due anni avrete sicuramente sentito spesso due parole: Stranger Things. Sembra essere una nuova mania, una sorta di “febbre” da cui vengono colpiti tutti, Netflix maniaci e non. Si tratta di una serie fantascientifica, che per ora è composta da due stagioni (anche se da pochi giorni sono iniziate le riprese della terza), ideata dai Duffer Brothers, Matt e Ross ed è stata definita da molti un “capolavoro per il piccolo schermo”.

Ambientata nella città di Hawkins, nell’Indiana, durante gli anni Ottanta, racconta puntata dopo puntata gli eventi legati alla misteriosa sparizione di un bambino e all’apparizione di una bambina dai capelli rasati dotata di poteri psichici fuggita da un laboratorio segreto del governo situato nei pressi della città.

Ciò che colpisce è l’alto tasso di gradimento con cui la serie è stata accolta: sembra piacere a tutti, teenagers e adulti, persone comuni e celebrities (basti pensare che Millie Bobby Brown, l’attrice quindicenne che interpreta il ruolo di protagonista ora vanta quasi 16 milioni di followers su Instagram, è considerata un’icona di stile ed è invitata a tutte le feste più importanti di Hollywood).

Probabilmente sono state apprezzate l’atmosfera nostalgica che sembra far rivivere gli ’80s, l’interpretazione magistrale degli attori, nonostante la loro giovane età (accostati anche ad attori già affermati come Wynona Rider), che riesce a coinvolgere ed emozionare lo spettatore, l’assoluta naturalezza con cui vengono presentati avvenimenti palesemente irrealizzabili tanto da renderli verosimili o comunque affatto fuori luogo.

La serie ha ricevuto cinque candidature ai Golden Globes, è stata nominata per diciotto Emmy (vincendone poi ben cinque) e per due Grammy Awards.

Non è possibile riassumere le ragioni per cui è così amata, eppure se cercate una serie TV che non abbia una trama scontata o già sentita e che riesca, in un’ambientazione paranormale, a far risaltare il forte legame di amicizia che unisce un gruppo di adolescenti, questa è sicuramente la scelta giusta!

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